6 ottobre 2009

Amianto naturale: responsabile del 10% dei mesoteliomi }

Amianto naturale: responsabile del 10% dei mesoteliomi

La seconda giornata dei lavori della Conferenza mondiale sull’amianto è dedicata alla presenza di questo cancerogeno in rocce e in cavità naturali. In Italia non esiste ancora una mappatura completa dei siti coinvolti.

L’amianto non è solo un problema di tipo professionale, ma anche ambientale.

I ricercatori internazionali si stanno dedicando a questa tematica solo da pochi anni, da quando i numeri hanno iniziato a far riflettere. Oggi infatti il 70% di casi di mesotelioma deriva da esposizioni professionali, mentre un 30% significativo di persone hanno contratto l’amianto per cause ambientali.

Il 30% può essere così suddiviso: 10% di ammalati per esposizioni ambientali o familiari, un 5% per esposizioni dovuti ad hobby, un 15% di soggetti ammalati di mesotelioma per i quali non si è ancora trovata la fonte di esposizione.

“Questo 15% - sottolinea Alessandro Marinaccio, ricercatore ISPESL - comprende una serie di soggetti che non sono mai venuti in contatto con questo cancerogeno e la significativa percentuale di casi riscontrati ci fa pensare che esistano esposizioni da amianto ancora latenti”.

Inoltre sta diventando un problema molto sentito la mappatura dei siti con presenza di amianto naturale in Italia. Ma anche per le zone contaminati la strada della ricerca è ancora lunga. “In Italia ci sono diverse situazioni di affioramenti naturali. Penso ad esempio alla Basilicata o alla Calabria che hanno dato origine a casi di mesotelioma. Ma probabilmente esistono siti non ancora scoperti che presentano una quantità di amianto naturale. Meno tutelate anche da un punto di vista assicurativo sono le persone ammalate per esposizione ad amianto naturale. “Per i casi lavorativi esiste la copertura Inail mentre per i casi ambientali non c’è nessun tipo di copertura. I soggetti che si ammalano sono del tutto scoperti da ogni forma di compensazione. Per questo noi dell’ISPESL ci stiamo battendo affinché ci sia un indennizzo comune per tutti i soggetti che hanno riscontrato questa malattia”.

fonte EdilOne

http://www.edilone.it/_sicurezza__x_212.html

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