12 aprile 2010

TARIFFE MINIME: ALFANO PROMETTE LA RIFORMA ENTRO LA LEGISLATURA

09/04/2010 - Manca meno di una settimana al 15 aprile, data dell’incontro tra il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e i Presidenti dei Consigli Nazionali degli Ordini professionali. All’ordine del giorno i temi urgenti per le categorie professionali, in primis la questione dei minimi tariffari.
Il Ministro è determinato nel voler riformare gli ordinamenti professionali entro la legislatura, partendo dalla reintroduzione delle tariffe minime obbligatorie, abolite quattro anni fa dal decreto Bersani. “Bisogna garantire prestazioni efficaci e tariffe semplici, comprensibili, eque e trasparenti” ha spiegato qualche giorno fa il guardasigilli.

Concordano con Alfano i vertici degli Ordini delle professioni tecniche. “Siamo pronti a dare il nostro contributo per elaborare tariffe minime che abbiano come obiettivo la tutela degli interessi dei cittadini” ha affermato il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Giovanni Rolando, aggiungendo che “l’abolizione della tariffa minima intervenuta con il decreto Bersani ha avuto il risultato diametralmente opposto”.

Secondo i dati del Centro Studi del CNI - ha spiegato Rolando - il risparmio teorico che le amministrazioni pubbliche hanno avuto applicando la regola del massimo ribasso è solo dello 0,4% dell'importo dell’opera. Per il Presidente non si può quindi parlare di benefici ma, anzi, “una progettazione elaborata senza le necessarie risorse economiche non dà sufficienti garanzie per la sua corretta realizzazione” e apre la strada a contenziosi in fase di esecuzione dei lavori.

“Ogni prestazione deve avere un suo equo compenso” ha concluso Rolando. “I professionisti più seri certamente ci rimetterebbero, uscendo dal mercato e lasciando spazio ad eventuali altre figure meno scrupolose”. E tra i danni provocati dal decreto Bersani, Rolando ha citato anche il rischio per la dignità delle professioni: non ha senso - secondo il presidente CNI - valutare la prestazione intellettuale sulla base dei tempi tecnici di elaborazione, dimenticando il loro valore aggiunto d’ingegno.

Massimo Gallione, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori, vede nell’appuntamento con il ministro Alfano un punto di partenza per intervenire sulle tariffe minime e per rimediare ai danni causati dalla loro abolizione. Gallione spiega che l’attuale sistema degli affidamenti degli incarichi, basato sul massimo ribasso, ha ristretto in modo significativo il mercato della progettazione riducendo drammaticamente i livelli di occupazione negli studi professionali.

“Aggiudicare gare con ribassi fino all’80% - ha detto Gallione - è un modo per eliminare la stragrande maggioranza dei partecipanti che non sono in grado di reggere delle offerte indiscriminatamente libere. Tutto ciò in contrasto con i criteri europei della concorrenza”. E ha auspicato una effettiva accelerazione verso una riforma che riconosca alle professioni centralità, sussidiarietà e soprattutto qualità.

Fondamentale e prioritaria, secondo il presidente del Cnappc, è la formazione permanente, “proprio in questo periodo di crisi nel quale i professionisti devono adeguare le loro conoscenze a mercati in continua evoluzione”. È necessario, secondo Gallione, “operare sul versante della conoscenza, che l’Università spesso non riesce a soddisfare in modo adeguato e compiuto: ecco perché la formazione permanente post-universitaria deve diventare, nei prossimi anni, l’elemento fondante per lo sviluppo delle libere professioni”.

Accoglie favorevolmente la riapertura della discussione sulla riforma delle professioni anche l’ANIALP, Associazione Nazionale Ingegneri Architetti Liberi Professionisti, secondo cui il decreto Bersani ha favorito le forti strutture professionali senza alcun beneficio per i cittadini e per i piccoli studi professionali.

continua.... (fonte Edilportale)

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