28 aprile 2010

Amianto: in Italia ancora 30 milioni di tonnellate, 500 per ogni abitante

È l'edilizia, secondo il rapporto del' ISPESL il primo settore per numero di casi ad essere maggiormente la causa di mesoteliomi pleurici e peritonali

Quante morti sono strettamente correlate alle esposizioni lavorative e ambientali all'amianto? E quanti sono i lavoratori edili che ogni anno si ammalano di mesotelioma? Nell'ambito della giornata mondiale per le vittime sull'Amianto, l'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro cercherà, attraverso numeri e dati, di rispondere a queste domande. E' infatti attesa nei prossimi giorni la pubblicazione del III rapporto prodotto dal Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM), istituito presso l'ISPESL.

Il volume riporterà per esteso le caratteristiche del sistema di sorveglianza, gli indicatori epidemiologici di incidenza e un'analisi dettagliata delle caratteristiche di esposizione. Si tratta di uno strumento assai utile per la sanità pubblica, la prevenzione della malattia e il riconoscimento dei diritti dei soggetti ammalati e dei loro familiari.
Il Terzo Rapporto del Registro Nazionale riferisce di un archivio che a gennaio 2009 contiene informazioni relative a 9.166 casi di mesotelioma maligno, rilevati in ragione di un sistema di ricerca attiva e di analisi standardizzata delle storie professionali, residenziali e familiari dei soggetti ammalati. Fino a 45 anni la malattia è rarissima (solo il 2,7% del totale dei casi registrati). L'età media alla diagnosi è di 68,3 anni. Il tasso standardizzato per mesotelioma maligno della pleura (certo, probabile e possibile) risulta pari a 3,42 casi (per 100.000 residenti) negli uomini e 1,09 nelle donne. In media la malattia si presenta generalmente dopo più di 40 anni dall'inizio dell'esposizione, tuttavia il range di variabilità della latenza è estremamente ampio.

Il rapporto in particolare pubblicherà un focus specifico sui settori considerati "meno attesi", come quello edile, a cui si addebitano il maggior numero di ammalati nella casistica recente. Un focus di grande rilievo e attualità vista la forte incidenza di lavoratori edili colpiti da mesoteliomi pleurici e peritonali.

L'Istituto inoltre attraverso il rapporto farà luce sullo stato attuale del processo di eliminazione dei milioni di tonnellate di materiale contenente amianto che impregnano il nostro paese. Al momento le stime più pessimistiche parlano di 30 milioni di tonnellate: 500 chili per abitante. Numeri che si incrociano con l'alta presenza di decessi per malattie asbesto correlate: circa 3mila casi l'anno solo in Italia.

"L'attività del Registro Nazionale dei Mesoteliomi – ha sottolineato Sergio Iavicoli, direttore del Dipartimento di Medicina del Lavoro Ispesl - si colloca all'interno delle iniziative per la sorveglianza epidemiologica dei tumori professionali. Tale attività ha avuto un grande impulso dal decreto legislativo 81/2008 ed è una delle direttrici fondamentali del nostro dipartimento". "In particolare – conclude Iavicoli - l'attività ha assunto grande rilevanza in ordine ai profili della Sanità pubblica e della prevenzione delle malattie lavoro-correlato".

Fonte: ingegneri.it

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